Hai sempre sbagliato a bere l’acqua del rubinetto: ecco perché devi farla decantare

La pratica di lasciare riposare l’acqua del rubinetto prima dell’utilizzo, comunemente definita “decantazione”, è diffusa soprattutto tra chi si prende cura di piante o piccoli animali domestici come i pesci d’acquario. Tuttavia, c’è molta confusione riguardo i reali benefici e i limiti di questa semplice tecnica, che, contrariamente a quanto si pensa, non elimina tutte le potenziali impurità presenti nell’acqua potabile. Comprendere come funziona la decantazione, se serve davvero a migliorare la qualità dell’acqua e quali sono le alternative più efficaci, può aiutare a consumare in modo più sicuro e informato.

Perché si lascia decantare l’acqua del rubinetto?

Il motivo più comune per cui molte persone lasciano l’acqua di rubinetto a riposo per alcune ore, spesso in recipienti aperti, è la presenza di cloro aggiunto nei processi di potabilizzazione. Il cloro viene utilizzato come disinfettante per eliminare batteri, virus e altri microrganismi potenzialmente pericolosi per la salute. Una volta in casa, tuttavia, parte di questo cloro può essere eliminata proprio lasciando l’acqua a decantare: il cloro, infatti, è una sostanza volatile che tende a evaporare spontaneamente dall’acqua esposta all’aria, soprattutto se agitata o leggermente riscaldata. Riconoscere le bollicine sulle pareti della caraffa o della bottiglia è un segnale che il processo di evaporazione è in corso.

Decantare l’acqua può essere particolarmente consigliato per alcune piante sensibili al cloro o in presenza di pesci d’acquario, laddove la presenza di residui clorati può causare danni biologici. In genere, si suggerisce di lasciar riposare l’acqua per almeno 24 ore per ridurre in modo significativo la quantità di cloro disciolto.

Decantazione e sali minerali: quali limiti?

Un errore frequente è credere che la decantazione possa purificare l’acqua da tutte le sostanze indesiderate, inclusi i sali minerali in eccesso o la presenza di calcare. Questa convinzione è sbagliata. I sali minerali, come il calcio o il magnesio responsabili della cosiddetta “acqua dura”, non evaporano. Durante la decantazione, una minima quantità di calcare può depositarsi sul fondo del recipiente, ma la maggior parte rimane disciolta: se l’acqua viene mossa o versata, i sali tornano a miscelarsi nell’intero volume. Pertanto, lasciare decantare l’acqua non modifica in modo sensibile la durezza dell’acqua né la presenza di altri minerali.

Allo stesso modo, la decantazione non agisce su inquinanti come i metalli pesanti (ad esempio piombo, rame, arsenico) o inquinanti organici e pesticidi eventualmente presenti nelle tubazioni. Per neutralizzare queste sostanze sono necessari sistemi specifici, come filtri a carbone attivo o il ricorso a biocondizionatori, soprattutto nel caso degli acquari dove si richiede una qualità dell’acqua particolarmente elevata.

La decantazione può sostituire i sistemi di depurazione?

Un altro mito da sfatare è che lasciare decantare l’acqua equivalga a depurarla, ovvero renderla priva di batteri, virus o contaminanti chimici. La decantazione non ha alcun effetto sui microrganismi: se l’eventuale acqua del rubinetto risultasse contaminata da elementi biologici, questi non verrebbero neutralizzati dal semplice riposo in un recipiente aperto. Allo stesso modo, pratiche come il congelamento dell’acqua, seguite da scongelamento, non eliminano batteri o patogeni: questi, semplicemente, entrano in una fase dormiente durante il congelamento, ma sopravvivono e riprendono la loro attività appena tornano a temperatura ambiente.

Per ottenere una vera depurazione dell’acqua destinata al consumo umano, sono raccomandate tecnologie più avanzate. I filtri domestici (a carbone attivo o microfiltrazione), gli impianti di osmosi inversa o la bollitura sono strumenti efficaci a seconda delle necessità specifiche. Queste soluzioni permettono di rimuovere una vasta gamma di contaminanti che la semplice decantazione non tocca minimamente.

Quando ha senso praticare la decantazione?

Sebbene la pratica non sia risolutiva per tutti i potenziali problemi, può avere una sua utilità in determinati contesti. I casi principali in cui la decantazione può offrire un vantaggio sono:

  • Eliminazione parziale del cloro per il benessere di alcune specie vegetali, in particolare le piante più delicate o per l’irrigazione di semine e piantine giovani
  • Preparazione dell’acqua destinata ad acquari per ridurre il rischio di stress o danni agli animali acquatici sensibili
  • Minimizzazione del sapore di cloro in alcune acque potabili

Bisogna però ribadire che, per bere acqua sicura e priva di contaminanti chimici o biologici, soprattutto in aree a rischio, la decantazione non rappresenta un metodo efficace o sufficiente. In Italia, tuttavia, la rete idrica pubblica viene monitorata e gestita con standard di sicurezza elevati, dunque, in assenza di particolari avvertenze locali, l’acqua del rubinetto è generalmente sicura da bere così com’è, senza necessità di trattamenti casalinghi.

In definitiva, la questione centrale non è “sbagliare” a bere acqua di rubinetto non decantata, dato che per la maggioranza delle persone e degli usi questa pratica non è strettamente necessaria. Comprendere il vero funzionamento della decantazione aiuta a evitare false sicurezze e a scegliere, quando opportuno, i sistemi più adeguati alle proprie esigenze di salute e benessere.

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